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Quando le gocce si staccano da un punto della volta o di una parete strapiombante danno luogo alla formazione delle classiche stalattiti cilindriche o coniche che tutti possono ammirare a migliaia nella maggior parte delle grotte turistiche.
Quando invece la goccia, anziché staccarsi da un punto, scivola lungo una parete strapiombante, forma un rivolo il cui andamento sinuoso o zigzagante è dovuto alle irregolarità della superficie rocciosa. Più che di uno stillicidio, è più appropriato parlare di un filetto d’acqua in continuo scorrimento che deposita lungo tutto il percorso il carbonato di calcio, formando un cordolino. L’acqua che scorre lungo la sua cresta vi deposita altra calcite, trasformandolo in un nastro.
Se lo scorrimento dell’acqua continua, si deposita altro calcare e il nastro assume l’aspetto e le dimensioni di un drappo la cui flessuosità non dipende dalle correnti d’aria, ma esclusivamente dal tracciato iniziale del primo filetto d’acqua lungo la parete.
Generalmente i drappeggi appaiono traslucidi, con bande di colori diversi parallele tra loro ed alla parete sulla quale sono impostati. Queste fasce colorate corrispondono a diversi periodi di crescita durante i quali, si sono depositate assieme alla calcite delle impurità costituite quasi sempre da acidi organici (fulvici, umici e tannici) derivanti dal suolo vegetale che sovrasta la massa rocciosa.
Nelle migliaia di anni che sono necessarie per la formazione di un grande drappeggio, i mutamenti climatici possono cambiare radicalmente e ripetutamente il tipo di vegetazione che cresce all’esterno, con ovvie variazioni sul tipo di impurità coloranti che giungono fino alla grotta.
I drappeggi, detti anche “vele”, sono frequenti in quasi tutto il primo itinerario della Grotta del Vento, con la massima concentrazione nella Sala del Ciondolo.
Per entrambe le foto: drappeggi nella Sala del Ciondolo, in entrambe le immagini si possono osservare distintamente le bande parallele di accrescimento.
CURTAINS OR VEILS
When the drops fall from a point in the ceiling or a wall overhanging it gives way to the formation of the classical cylindrical or conical stalactites which everyone can admire by the thousands in most show caves.
When instead the drop, rather than falling from a point, runs along a sloping wall, it forms a trickle which winds and goes zigzag because the rock surface is irregular. More than dripping it is more appropriate to talk of a continually flowing trickle of water which deposits along its way the calcium carbonate, forming a little thread. The water that flows along its crest deposits other calcite, transforming it into a ribbon.
If the water flow continues, other calcite is deposited, and the ribbon becomes the size of a curtain whose folds are not caused by the air currents, but exclusively by the initial trail of the first trickle of water along the wall.
Generally curtains appear translucent, with different bands of colour parallel to each other and the wall from which they hang. These coloured bands correspond to different periods of growth during which, along with the calcite other impurities have deposited mostly made up of organic acids (fulvic, humic and tannic) deriving from the soil which is above the rock.
In the thousands of years which are necessary for the formation of a big drapery, climatic changes can radically and repeatably change the type of vegetation that grows outside, with obvious variations on the impurities which colour and get to the cave.
The curtains, also called “veils”, are abundant in most of the first itinerary of the Grotta del Vento, with the maximum concentration in the Pendant Room.
For both photos: Curtains in the Pendant Room, in both images the parallel bands of growth can distinctly be seen.