Alla scoperta del Massiccio delle Panie

Con questo articolo inizia un percorso alla scoperta del massiccio delle Panie e delle zone limitrofe, un territorio unico nel suo genere, dove paesaggi spettacolari e fenomeni geologici di rara bellezza si incontrano con storia, natura e cultura. In questo primo approfondimento vi accompagneremo nei luoghi dove poter ammirare i suoi caratteristici profili per poi salire sopra le vette ed entrare nei suoi abissi. Il massiccio delle Panie è un luogo dove natura e storia si intrecciano in un racconto che continua sotto i nostri piedi.
Il nostro intento è di far conoscere ogni aspetto di questa zona privilegiando quelli paesaggistici morfologici e naturalistici, per offrire una visione più completa e consapevole del territorio.
Un’occasione per apprezzare la montagna non solo per i suoi sentieri, ma anche per la straordinaria ricchezza naturalistica che custodisce.
IL MASSICCIO DELLE PANIE
Le Alpi Apuane sono caratterizzate da una lunga serie di rilievi con esili crinali e aguzze cime marmoree che nelle giornate più limpide si stagliano nette nell’azzurro del cielo, scomparendo tra le nuvole quando imperversa il maltempo. Ognuna di esse ha un suo profilo, una sua ben precisa fisionomia, come ad esempio i Pizzo d’Uccello (m. 1781), detto “il Cervino delle Apuane”, le creste a lama di coltello dei monti Pisanino (m. 1946) e Cavallo (m. 1895), la massiccia piramide del monte Tambura (m. 1895), la calotta sommitale del monte Sumbra (m. 1765), delimitata a sud da un’imponente parete verticale di cinquecento metri.
Ma c’è una montagna, non a torto definita “La regina delle Apuane”, che mostra una personalità variegata e complessa, ricca di fascino, un insieme di aspetti che la rendono unica e irripetibile, il Massiccio delle Panie.
“l’Uomo morto”
Il massiccio delle Panie si distingue per le sue tre vette principali:Pania della Croce (m. 1858), Pania Secca (m. 1711) e Pizzo delle Saette (m. 1720), vette che si innalzano da un paesaggio straordinario, dove la bellezza e l’eleganza delle forme si fondono con una serie di singolarità di eccezionale interesse.
Se lo si guarda da nord mostra il caratteristico profilo dell’Uomo Morto, un gigante addormentato la cui testa è costituita dal rilievo detto “Il Naso”, la grande pancia dalla Pania della Croce ed i piedi dalla cuspide sommitale del Pizzo delle Saette.
Sulla Pania della Croce, soprattutto nel periodo estivo molti escursionisti si avventurano sulla vetta per ammirare il tramonto e l’alba. La Pania della Croce dista circa 40 minuti dal Rifugio Enrico Rossi alla Pania che si trova proprio sotto il naso dell’uomo morto.
La Pania vista da sud, dalla Versilia e dalla Garfagnana

Ancor più noto il suo elegantissimo profilo meridionale, divenuto un simbolo delle Alpi Apuane. Visibile da mezza Toscana, incombe sulla valle di Fornovolasco con un’imponente bastionata rocciosa. Per poter ammirare nel migliore dei modi lo straordinario spettacolo offerto da questo versante, basta salire fino ai 900 metri di San Pellegrinetto, oppure, a breve distanza, sulla vetta erbosa del Monte Croce (m. 1314), che nel mese di maggio appare punteggiata di bianco da milioni di profumati narcisi.
E la visione della Pania dalla Riviera della Versilia non è da meno, maestosa ed integra tra la mole massiccia del Monte Corchia (m. 1678), profondamente inciso dalle cave di marmo, e quella, più modesta, del Monte Forato (m. 1230), celebre per il maestoso arco naturale posto sul crinale che separa la Versilia dalla valle del Serchio.
Un altro punto dove poter ammirare il profilo di queste montagne è San Pellegrino in Alpe (m. 1515), il borgo più alto dell’Appennino e meta di pellegrinaggi, che si divide tra Toscana ed Emilia-Romagna. Il profilo delle Apuane e del Massiccio delle panie appare in tutta la sua bellezza attraversando l’arco in pietra del museo museo Etnografico della Civiltà Contadina. Quest’anno San Pellegrino, con le sue strade impegnative, il 21 Maggio è stata protagonista di una tappa del Giro d’Italia.
Panorami e orizzonti: la vista dalle vette delle Panie

E sin qui abbiamo parlato solo delle Panie vista da lontano. Se ci avviciniamo possiamo scoprire altre meraviglie, a cominciare dai magnifici panorami che si possono ammirare dalle tre vette principali, che da particolari di grande bellezza situati a breve distanza, come il verde del lago di Isola Santa, ben visibile dall’ardita vetta del Pizzo delle Saette, la valle del Serchio e l’Appennino Tosco-Emiliano, nelle migliori condizioni atmosferiche può estendersi a luoghi ben più lontani, come il Monte Amiata, le isole dell’Arcipelago Toscano, il “dito” della Corsica e le maggiori cime dell’arco alpino.
Il cuore carsico della montagna: tra crepacci, voragini e ghiacci sotterranei

Ed altre ancor più sorprendenti le possiamo scoprire osservando in loco l’intima essenza della montagna, caratterizzata sia in superficie che in profondità da vistose quanto spettacolari manifestazioni del fenomeno carsico. In tutto il versante nord, appartenente al comune di Molazzana, si estende una “zona d’assorbimento” di rara bellezza, divisa in due settori da un tipico vallone “ad U” modellato da un antico ghiacciaio, nella quale la superficie tabulare della nuda roccia appare solcata da migliaia di crepacci e traforata da impressionanti voragini profonde in certi casi svariate centinaia di metri. Alcune di queste conservano piccoli ghiacciai e nevai sotterranei che, a causa del riscaldamento globale, sono attualmente in via di estinzione.
Il mondo sotterraneo: la Grotta del Vento e il sistema ipogeo delle Panie

Se potessimo fare una gigantesca radiografia del massiccio potremmo scoprire nelle sue viscere un immenso reticolo di cavità perennemente avvolte dalle tenebre: gallerie, tortuosi meandri, enormi saloni, angusti cunicoli, pozzi che paiono senza fondo; tutto ciò è stato scavato nel corso di centinaia di migliaia di anni dall’acqua piovana che, scomparendo nel sottosuolo attraverso i crepacci e gli abissi della zona d’assorbimento, ha progressivamente allargato le fessure tettoniche della roccia e i giunti di stratificazione, creando quel fantastico mondo sotterraneo che trova la sua massima espressione nei tre itinerari Grotta del Vento, divenuta ormai da decenni la maggiore attrattiva turistica della Garfagnana e delle Alpi Apuane, frequentata ogni anno da decine di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Le acque nascoste e le sorgenti delle Panie
Ma dove finiscono i misteriosi corsi d’acqua sotterranei che tuttora percorrono i livelli inferiori del reticolo carsico?
Li ritroviamo sotto forma di sorgenti alla base del massiccio delle Panie; è l’epilogo di una storia che ha inizio nella zona d’assorbimento, continua nelle cavità sotterranee e termina dove, dopo un lungo percorso sotterraneo quasi tutto ancora da esplorare, le stesse acque rivedono la luce del sole alimentando due importanti affluenti del Serchio.
La più copiosa, detta “La Pollaccia” (portata media 900 litri al secondo) situata a nord del massiccio delle Panie, scarica le sue acque nella Turrite Secca a breve distanza da Isola Santa (frazione del comune di Careggine). Più spettacolare, sebbene con una portata nettamente inferiore (solo 20 lt/sec), la Buca del Tinello, il cui grandioso portale d’ingresso è ben visibile dalla strada che conduce alla Grotta del Vento, distante in linea retta appena 650 metri.
Miniere e metallurgia: la storia industriale nascosta nel sottosuolo
E il sottosuolo del massiccio non è solo natura: sia nel versante nord est della Pania Secca (presso Col di Panestra) che in quello sud orientale (presso la Grotta del Vento) sono ancora visibili gli ingressi di numerose miniere che furono pienamente attive soprattutto durante la dominazione estense sulla Garfagnana, producendo ferro, rame, piombo ed argento. Le gallerie, molte delle quali tuttora percorribili, si sviluppano nel sottosuolo per alcuni chilometri.
Particolarmente importante la produzione del ferro, che veniva lavorato nei forni fusori e nelle officine di Fornovolasco, un paese fondato da metallurghi bresciani e bergamaschi alla confluenza di tre copiosi torrenti alimentati da acque carsiche che fornivano la forza motrice necessaria per il funzionamento dei mantici, dei magli e delle mole.
Entra con noi nella Pania Secca
Questo è solo il primo passo di un viaggio attraverso uno dei paesaggi carsici più affascinanti di questa zona. Nei prossimi articoli approfondiremo la geologia, la storia e la natura che rendono il massiccio delle Panie e i suoi dintorni un luogo unico.
Continuate a seguirci per scoprire altre meraviglie, nascoste e visibili, di questo territorio straordinario.
Per una passeggiata all’interno della Pania Secca prenota una visita nella Grotta del Vento, è aperta tutti i giorni!