Vi presentiamo un’attrattiva di eccezionale valore paesaggistico e morfologico facilmente raggiungibile a piedi dalla Grotta del Vento. L’escursione è consigliabile soprattutto per le persone abituate a camminare in montagna, in quanto richiede, tra andata e ritorno, circa cinque ore di cammino su sentieri che in alcuni tratti sono piuttosto impervi. Il dislivello è di circa 700 metri.
Si tratta di un rilievo singolarissimo, situato sulla spartiacque che divide la valle del Serchio dalla Riviera della Versilia, costituito da due vette, alte poco più di 1200 metri, collegate tra loro da un gigantesco arco di pietra calcarea alto quasi trenta metri e largo trentadue, attraverso il quale si ammira un bella veduta sulla valle del torrente Versilia e su un tratto di costa tirrenica. Lo spessore del ponte naturale è di otto metri anche se, data l’ampiezza dell’arco, vedendolo dal basso sembra molto più sottile. Splendido anche il panorama dalla vetta sud: l’arco visto dall’alto assume un aspetto insolito e particolarmente suggestivo. Poco più distante si può ammirare il profilo inconfondibile del massiccio delle Panie; sullo sfondo la vista spazia ad occidente fino al mare, ad oriente fino alle cime dell’ Appennino Tosco-Emiliano. Si tratta di uno straordinario monumento naturalistico, unico nel suo genere, che si differenzia sia dai notissimi archi naturali in arenaria dell’ Arches Natural Park (Utah – U.S.A.), che sono situati in un ambiente quasi pianeggiante, sia dal Ponte di Veja (Monti Lessini – Verona), che è il relitto della volta di una vasta cavità carsica, oggi in gran parte crollata.
L’origine dell’arco del Monte Forato si spiega col progressivo assottigliamento di una cresta calcarea più spessa alla sommità che nella parte immediatamente sottostante. Quest’ultima, aggredita dall’azione erosiva delle intemperie, ha finito per sfondarsi isolando il ponte naturale.
Per raggiungere il Monte Forato conviene lasciare l’auto presso il secondo ponte che si incontra sia provenendo da il sentiero N°6 che dopo alcune centinaia di metri attraversa la strada asfaltata per la Grotta del Vento e prosegue in salita fino a giungere a breve distanza dall’imbocco della Tana che Urla, una bella grotta percorsa da un fiume sotterraneo, la cui visita può presentare seri problemi a chi non conosca almeno l’ A B C della speleologia. Poche decine di metri oltre, il sentiero scende fino in fondo alla valle, per poi risalirla fino ai ruderi di una chiesa medievale, e proseguire fino ad attraversare una strada sterrata (questo punto è raggiungibile con veicoli fuoristrada partendo dal secondo ponte della strada “Fornovolasco – Grotta del Vento”, risparmiando più di mezz’ora di cammino). Da qui si prosegue fino alla “Foce di Petrosciana” (m. 900 s.l.m.), dove dopo circa un’ora e mezzo di cammino, conviene fare una sosta per riposarsi e per ammirare il magnifico panorama sui torrioni rocciosi del Monte Procinto. Si prosegue lungo la cresta in direzione N, fino a giungere in vista di una “via ferrata” adatta solo agli esperti; qui si lascia la cresta e si prosegue sulla destra per tracce di sentiero in saliscendi (più sali che scendi), fino a giungere improvvisamente in vista dell’arco: una veduta suggestiva e indimenticabile sia per la maestosità dell’insigne monumento naturale, sia per l’assoluta perfezione delle sue forme.
Al ritorno conviene percorrere il sentiero N°12, che scende in breve fino alla “Casa del Monte Forato”, recentemente restaurata, che in un prossimo futuro dovrebbe essere trasformata in rifugio alpino. L’edificio, caratterizzato da un magnifico arco in pietra e da un’ampia veranda, è un tipico esempio di architettura montana del ‘700 che ha avuto bisogno solo di piccole modifiche per essere adattato alle esigenze del turismo montano. A pochi minuti di cammino si possono visitare alcuni pittoreschi cavernoni, in parte rivestiti di capelvenere, all’interno di uno dei quali sgorga una piccola sorgente che fornirà acqua fresca e purissima alla vicina struttura ricettiva. Per il pernottamento nel rifugio, che sarà dotato di ristorante, sono previste sia soluzioni con letti a castello (camerate), sia camere a due letti con caratteristiche più prettamente “alberghiere”.
Dalla “Casa del Monte Forato” si prosegue, sempre lungo il sentiero N° 12, fino alle case isolate dette “Felice”, e si percorre la forte discesa che nei pressi della Tana che urla immette nel sentiero N°6, già percorso all’andata.
Suggestivo il fenomeno del “doppio tramonto” che si può ammirare due volte all’anno da varie località del versante garfagnino purché siano in vista dell’arco, come Barga, Fornovolasco, Trassilico, San Pellegrinetto, ecc. Prima di scomparire sotto l’orizzonte il sole, nascosto epr alcuni attimi dallo spessore del ponte naturale, riappare attraverso l’arco per una manciata di secondi proiettando sulla valle un potente raggio di luce. La stessa cosa, in date diverse, è visibile in ordine opposto all’alba da alcuni paesi del versante versiliese, quali Stazzema, Cardoso, Pruno, Volegno.
Il singolare evento astronomico attira su queste località un gran numero di appassionati.