Una delle domande più frequenti che i visitatori della grotta fanno alle guide riguardano i colori delle concrezioni. Fino a pochi anni fa in quasi tutte le grotte turistiche la risposta era sempre la stessa: “il bianco indica che il carbonato di calcio è puro, mentre tutti i colori che vanno dal giallo al marrone, attraverso le varie tonalità intermedie, quali l’arancio e il rossastro, sono dovute a diverse concentrazioni di ossido (o idrossido) di ferro”. E spesso aggiungevano: “il nero, con tutte le sfumature del grigio, è invece dovuto alla presenza di ossidi (o biossido) di manganese”. In un caso il grigio metallico (che ovviamente nessuno vedeva) era dovuto alla presenza di pirite. In una piccola grotta ormai chiusa alle visite da decine di anni, la guida affermava addirittura che il nero di una stalagmite era dovuto alla lenta trasformazione del carbonato di calcio in carbonio puro (!).
Talvolta il colore non dipendeva tanto da sostanze minerali, quanto dalle convinzioni politiche della guida. Una quarantina di anni fa, in una grotta dell’est europeo confinante con l’Italia, la guida spiegava che il colore nero di alcune colate dipendeva “da fumi inquinanti di vostra società capitalista”.
L’unica cosa esatta tra quelle sin qui elencate è che se una concrezione è composta da calcite pura il suo colore è il bianco.
Da studi recenti risulta che nella quasi totalità dei casi i colori più frequenti sono dovuti a varie concentrazioni di acidi organici prodotti dalla vegetazione che cresce nel suolo sovrastante le grotte. Tra questi i più importanti sono l’acido fulvico e l’acido umico. Lo ripete da anni uno dei massimi esperti di concrezioni calcaree a livello mondiale, il prof. Paolo Forti, dell’Università di Bologna, in occasione dei corsi itineranti per la preparazione delle guide di grotta organizzati dall’A.G.T.I. (Associazione Grotte Turistiche Italiane) in collaborazione con la S.S.I. (Società Speleologica Italiana).
Ma le cattive abitudini sono dure a morire e capita ancora di sentir dire (anche in occasione di qualche corso di speleologia) che i colori delle concrezioni dipendono sempre dalle sostanze minerali disciolte nell’acqua.