Prosegue la serie di articoli da noi dedicati alla scoperta del massiccio delle Panie e della montagna che ospita il fantastico mondo sotterraneo della Grotta del Vento. Il secondo approfondimento pone l’accento su uno degli aspetti che maggiormente distinguono questo massiccio dalla maggior parte degli altri rilievi delle Alpi Apuane. Sono inoltre presenti alcuni utili consigli e considerazioni per chi intende approcciarsi nel modo più semplice a questo luogo incantato.

La fortuna di non avere il marmo
Se nell’economia delle popolazioni che vivono sulle Alpi Apuane il marmo ha costituito per duemila anni la principale fonte di reddito, sul massiccio delle Panie è stata proprio la quasi totale assenza di questo dono della natura a creare le basi per un soddisfacente futuro economico fondato sul quel rispetto e quell’amore per l’ambiente che possono derivare solo da un’oculata concezione del turismo sostenibile.
Mentre quasi tutti gli altri rilievi delle Apuane appaiono profondamente segnati dalla presenza delle cave e delle loro immense discariche, per una fortunata combinazione di eventi geologici le rocce che costituiscono questo massiccio non sono mai state sottoposte a pressioni e temperature talmente elevate da trasformare i calcari amorfi in marmo mediante un processo di metamorfismo particolarmente accentuato.
L’attività estrattiva del marmo si è pertanto limitata a due modesti interventi avvenuti sul versante NO della Pania Secca nella prima metà del secolo scorso. Il lavori sono però durati poco poiché il marmo estratto, di scarsa qualità a causa dell’insufficiente metamorfismo, risultò molto difficile da piazzare sul mercato. Ne risultò pertanto un danno ambientale molto limitato, in gran parte compensato da innegabili vantaggi. Come dice il proverbio, “non tutto il male vien per nuocere”. Oggi le cave, ormai cancellate dal tempo e dalla vegetazione, non si vedono quasi più. È rimasta invece la lunga strada fatta per trasportare a valle i blocchi di marmo: una realizzazione provvidenziale che oggi permette agli appassionati risparmiare almeno un’ora di cammino nella marcia di avvicinamento verso il rifugio Rossi, punto ideale di partenza per raggiungere mediante i percorsi più facili le tre cime principali del massiccio delle Panie.
Un turismo responsabile, inclusivo e condivisibile

Gli articoli di questo blog tendono sempre a privilegiare gli itinerari più agevoli, allo scopo di incoraggiare una forma di turismo responsabile che deve essere inclusiva e condivisibile per sensibilizzare alle tematiche ambientali un numero più alto possibile di utenti, a cominciare dalle famiglie e, quando ciò sia possibile, anche dai ragazzi delle gite di istruzione. Il periodo più adatto va dalla seconda metà della primavera alla prima metà dell’autunno. Assolutamente da evitare per i neofiti il periodo invernale, quando possono crearsi situazioni di grave pericolo a causa del ghiaccio e della neve.
Per le escursioni qui descritte, adatte a chiunque non soffra di vertigini o di particolari handicap fisici, si richiede soltanto un vestiario adeguato ai mutamenti meteorologici che spesso si verificano sulle Apuane, oltre a una buona scorta d’acqua (non ci sono sorgenti) ed a scarponi preferibilmente leggeri (vanno più che bene le pedule da trekking). Nella stagione più calda può essere consigliabile anche un cappello a larghe tese per ripararsi dai raggi cocenti del sole. In tutti e tre i percorsi indicati non esiste un solo albero sotto il quale potersi riparare.
Lasciamo ad altri il compito di descrivere itinerari alternativi che comportino l’uso di tecniche e di attrezzature speciali, una preparazione meticolosa, e particolari doti di abilità o di coraggio.
Come arrivare al rifugio Rossi

Per raggiungere il Rifugio Rossi partendo dal fondovalle del Serchio, da Gallicano (sfiorando Molazzana), oppure da Castelnuovo (via Monteperpoli e Montaltissimo), si raggiunge la strada che, oltrepassato prima il bivio per Eglio e Sassi, quindi quello per l’Alpe di Sant’Antonio, dopo la palestra di roccia delle Rocchette, termina poco oltre una cappella commemorativa. Si fa presente che non esiste un vero e proprio parcheggio, pertanto occorre posteggiare avendo cura di non ostacolare il transito delle altre auto e di lasciare libero, presso la cappella, lo spazio necessario per l’inversione di marcia.
Dal bivio per l’Alpe di Sant’Antonio l’accesso alla strada è a pagamento (2 euro).
Al termine della strada carrozzabile si imbocca il sentiero N°7 prima pianeggiante, poi in salita, e si prosegue in una fitta faggeta nel contesto di un paesaggio prevalentemente roccioso. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino il bosco lascia il posto ad un grande prato. Ancora un quarto d’ora di salita e si arriva al Rifugio Rossi (m. 1609), che d’estate, oltre al servizio di bar-ristorante, offre la possibilità di pernottare in una camerata con letti a castello.
Continua il tuo viaggio alla scoperta del Massiccio delle Panie
Non smettete di seguirci: vi porteremo alla scoperta di altri tesori, nascosti e non, dell’affascinante Massiccio delle Panie.
Per una passeggiata all’interno della Pania Secca prenota una visita nella Grotta del Vento, è aperta tutti i giorni!