È noto quanto nelle grotte la crescita delle concrezioni sia lenta. Eppure capita spesso, all’interno di gallerie rivestite in calcestruzzo, oppure nei sotterranei dei castelli o addirittura sotto travi in cemento armato esposte alle intemperie, di vedere concrezioni di dimensioni ragguardevoli, nonostante che i manufatti dai quali hanno avuto origine siano spesso di recente costruzione. Nell’Hotel Jama, ad esempio, vicinissimo alla Grotta di Postumia, fino a qualche anno fa si poteva osservare in una terrazza coperta una piccola stalattite sotto la quale, sulle mattonelle in gres del pavimento, si stava accrescendo una tozza stalagmite. La loro presenza era dovuta ad una perdita nel manto di impermeabilizzazione della terrazza sovrastante.
Sebbene ciò possa apparire strano, ed in contrasto con quanto si è sempre detto a proposito delle grotte, bisogna considerare che all’origine di queste formazioni non c’è la calcite, cioè il carbonato di calcio, che è il componente principale delle rocce calcaree. Il cemento è una miscela di varie sostanze tra le quali è sempre presente l’idrossido di calcio. L’acqua che attraverso microscopiche lesioni dovute al ritiro, attraversa la massa del cemento, scioglie parte dell’idrossido di calcio e lo porta all’esterno, dove al contatto con l’anidride carbonica, sempre presente nell’aria, subisce il processo della carbonatazione, trasformandosi in carbonato di calcio. Il processo è particolarmente rapido per cui nel giro di pochi anni possono formarsi stalattiti, generalmente molto sottili, di dimensioni anche decimetriche. Abbastanza comuni anche le colate; più rare le stalagmiti.
A differenza delle concrezioni di grotta, nelle quali i cristalli di calcite che le compongono sono generalmente visibili a occhio nudo, le concrezioni che hanno origine dal cemento o dalla malta di calce sono criptocristalline, sono cioè formate da minutissimi cristalli visibili solo con una potente lente d’ingrandimento, o addirittura col microscopio. Quasi sempre bianche, sono generalmente opache e prive di traslucidità.
Questo sorprendente gruppo di cannule, alcune delle quali arrivano a un metro e mezzo di lunghezza, sono visibili in un bunker scavato sotto il Berghof, la dimora estiva che Adolf Hitler possedeva nell’Obersalzberg, (Alpi Bavaresi). Le infiltrazioni d’acqua sono state provocate dagli intensi bombardamenti che, sul finire del secondo conflitto mondiale, hanno danneggiato l’impermeabilizzazione del sotterraneo. In basso si notano anche delle stalagmiti raggiunte dalle cannule sovrastanti. Sulle pareti si stanno formando delle piccole colate il cui colore giallo-arancione è dovuto a minute particelle di ruggine derivanti dall’ossidazione di un trave d’acciaio.
Anche nella Grotta del Vento, alla base del Pozza dell’Infinito (Terzo Itinerario), si possono osservare alcune concrezioni che hanno avuto origine dal cemento. A sinistra: sotto una rampa del sentiero, si nota una colonnina formata dall’unione tra una cannula e una stalagmite, sulla cui sinistra vediamo una seconda cannula e più in basso una piccola colata. L’immagine di destra mostra alcuni gradini parzialmente invasi da piccole colate, provocate da leggere trafilazioni d’acqua provenienti da una parete di calcestruzzo armato.