Inaugurata nel 1990 questa grotta turistica, di gran lunga la più importante della regione Abruzzo, è una grande risorgenza attiva mediante la quale rivedono la luce le acque sotterranee provenienti soprattutto dal Pozzo Caldaio, inghiottitoio di un vasto polje dominato dal paese di Rocca di Mezzo, principale centro di un vasto altopiano particolarmente ricco di fenomeni carsici che ospita anche i comuni di Rocca di Cambio e di Ovindoli.
L’ingresso, alto otto metri e largo quattro, immette in una galleria in leggera salita, prima tortuosa, poi lineare, sempre percorsa da un fiume sotterraneo la cui portata è strettamente legata alle precipitazioni ed allo scioglimento delle nevi che durante l’inverno abbondano su tutto il massiccio del Velino-Sirente. Sul soffitto privo di concrezioni del primo tratto si notano i segni di un’erosione di tipo freatico, corrispondente ad una fase evolutiva caratterizzata dalla sommersione totale del condotto.
Più avanti la galleria assume la forma di un’alta forra e qua è là appaiono le prime concrezioni. Segue l’ampia Sala del Silenzio, dove nei periodi di magra il fiume scorre sotto una spessa coltre detritica, ed oltre una breve strettoia si lascia alle spalle un’imponente colata e si entra in un immenso salone nel quale una cascata alta quasi venti metri precipita in un grande lago sotterraneo.
La parete dalla quale scende la cascata è uno magnifico specchio di faglia che taglia trasversalmente la galleria. Una rampa di scale risale un’ampio tunnel artificiale che conduce alla sommità della cascata, dove un laghetto precede una seconda cascatella di cinque metri. Proseguendo in una successione di graziosi laghetti, le concrezioni, quasi tutte coperte da un velo d’acqua e in fase di accrescimento, si fanno sempre più belle e numerose. La visita, della durata di circa un’ora, termina in una saletta nella quale un’altra cascata di una ventina di metri, anch’essa provocata da una faglia, precipita fragorosamente in un profondo laghetto.
Il sentiero, realizzato in cemento antiscivolo con alcuni tratti in grigliato d’acciaio, è stato eseguito con cura. Elegante e sempre molto comodo è abbastanza intonato all’ambiente naturale.
Qualche appunto si può fare invece sull’impianto di illuminazione, che non valorizza appieno alcuni aspetti morfologici e non evidenzia nella giusta misura la notevole bellezza del patrimonio concrezionale.
L’acqua del fiume presenta evidenti segni di inquinamento (soprattutto schiume), forse dovuto alla forte antropizzazione dell’Altopiano delle Rocche.