Il 22/08/17 abbiamo pubblicato un servizio riguardante i boxworks, che sono il risultato dell’azione corrosiva che l’acido carbonico esercita sui calcari dolomitici del primo itinerario, isolando un reticolo di sottili lamine di calcite.
Questa volta parliamo di un altro fenomeno corrosivo, svolto sullo stesso tipo di roccia a pochi metri di distanza dai boxworks, da un un fattore aggressivo molto più potente: addirittura l’acido solforico. Ma da dove viene questo acido?
Nei calcari del Massiccio delle Panie è abbastanza frequente l’inclusione di cristalli di pirite (solfuro di ferro), uno dei minerali più conosciutI, sia per la perfezione dei suoi cristalli, sia per la sua caratteristica lucentezza metallica. Quando l’erosione espone la pirite all’aria ed all’acqua, lentamente questo minerale si trasforma in limonite, che è un ossido idrato di ferro, liberando acido solforico. Le quantità in gioco sono minime, ma sufficienti per aggredire la roccia circostante.
Nella foto è visibile una masserella di pirite limonitizzata che sporge attraverso una cavità della roccia provocata dall’intensa azione corrosiva dell’acido solforico.
La limonite (normalmente amorfa, priva cioè di una struttura cristallina) che deriva dalla trasformazione della pirite, spesso ne conserva la forma originaria dei cristalli, perdendo però la lucentezza metallica. Questo fenomeno è definito pseudomorfosi. Nella Grotta del Vento la limonite, sempre originata dalla trasformazione della pirite, si rinviene sia in masserelle amorfe che in cristalli pseudomorfi aventi una forma cubica o pentagonododecaedrica.
La presenza della limonite è quasi sempre accompagnata da fenomeni di corrosione.